Evviva Platero! Intervista a Ugo Dighero e Christian Lavernier

Diana Castelnuovo-Tedesco / News /
C.Lavernier e U.Dighero Platero y yo

L’incantevole storia di un uomo e il suo asinello del grande poeta Juan Ramón Jimenez (1881-1958) ispirò Mario Castelnuovo-Tedesco a musicare Platero y yo per narratore e chitarra nel 1960. Grazie alla toccante semplicità delle poesie e alla bellezza atemporale della musica, l’opera è stata eseguita in tutto il mondo. Ci sono diverse registrazioni con la narrazione in spagnolo, italiano, inglese, e francese. Dal 2016, l’attore Ugo Dighero e il chitarrista Christian Lavernier collaborano ad un geniale spettacolo di Platero che rallegra un ampio pubblico in tante città d’Italia. Ugo e Christian cominceranno il 2022 con due spettacoli: il 29 gennaio al Teatro di Bosconero  (TO) e l’11 febbraio al Teatro stabile dell”Umbria a Bevagna (PG).  Hanno gentilmente concesso di rispondere a nostre domande su questa meravigliosa avventura.

Come e quando avete cominciato la vostra collaborazione?

(U. Dighero) La nostra collaborazione nasce da un’insistenza di Francesca Nebiolo, la nostra attuale organizzatrice. Christian era appena tornato da uno dei suoi faticosi viaggi all’estero, ma Francesca ha insistito invitandolo ad andare al Teatro di Imperia dove ero di scena con Mistero buffo di Dario Fo. Christian è rimasto colpito dalla “musicalità” e dal senso del ritmo della performance ed è venuto in camerino a salutarmi e a conoscermi. Mi ha subito detto di avere un progetto per un melologo, ma stava cercando un attore che avesse buon orecchio per la musicalità e mi ha spedito via mail il testo di Platero di Juan Ramón Jimenez. Mi sono entusiasmato nella lettura e poi quando mi ha fatto sentire le musiche di Mario Castelnuovo Tedesco mi sono innamorato del progetto.

(C. Lavernier) Ugo ha ragione, tutto è nato “per caso”. Non dovevo essere a teatro quel giorno. Conoscevo Ugo per fama ma non immaginavo certo potesse seguirmi in un progetto come questo. Invece, vederlo in scena mi ha fatto capire che aveva tutte le caratteristiche (ritmo, orecchio, musicalità, duttilità) che servivano per realizzare Platero come lo avevo in mente. Esattamente come M. Castelnuovo-Tedesco lo aveva immaginato.

Perché avete scelto Platero y yo?

(U. Dighero)  Platero y yo nasce dalla voglia di Christian di scontrarsi con una partitura tanto meravigliosa quanto difficilissima. Per lui si tratta ogni volta di una scommessa data la complessità virtuosistica della musica di Castelnuovo Tedesco. Ogni spettacolo per lui è un po’ come entrare nella gabbia dei leoni…    

(C. Lavernier) La partitura di Platero mi ha sempre attirato, fin da ragazzo, sia per le difficoltà tecnico-musicali che per la bellezza della musica, che risolve tutta la complessità in qualcosa di estremamente naturale. Purtroppo non avevo mai trovato nessuno in grado di assecondare la difficoltà tecnica del progetto e la mia natura non proprio conciliante. Ci vuole molta sintonia e con Ugo sono stato molto fortunato.

Raccontateci un po’ dello spettacolo.

(U. Dighero) Lo spettacolo è una meravigliosa commistione di musica e poesia. Il tempo che è stato necessario a Juan Ramón Jimenez per scriverlo e a Mario Castelnuovo Tedesco per musicarne alcuni brani la dice lunga sulla cura che entrambi hanno impiegato per creare questo capolavoro artistico. È un viaggio emozionante nella meravigliosa campagna andalusa, nell’anima di un narratore innamorato di quei luoghi e nello spirito romantico del suo compagno di viaggio: Platero, l’asinello suo compagno.

(C. Lavernier) Noi portiamo in scena forse la versione più complessa, almeno musicalmente, di questo melologo. Ogni momento del viaggio dell’autore e del suo fidato Platero è reso vivido dalla perfetta aderenza della musica di Castelnuovo-Tedesco al testo di Jimenez. Ogni battito d’ali, ogni giglio giallo, ogni raggio di luce ha una sua resa sonora, come una pennellata perfetta ed emozionante. Si ride, si sogna, si torna a memorie d’infanzia e ci si commuove fino alle lacrime. È una magia, ogni volta.

Ormai avete eseguito lo spettacolo molte volte, in tante città d’Italia.  Come tenete viva la magia? 

(U. Dighero) La magia dello spettacolo sta tutta nell’intesa che abbiamo trovato Christian ed io lavorando duramente e con passione sull’opera. E’ un materiale talmente ricco che, ogni volta che lo affrontiamo, scopriamo sempre qualcosa di nuovo. Si tratta di un’opera profondamente elaborata e pensata in ogni dettaglio sia nella parte della scrittura poetica che in quella musicale. Ormai ci si intende a meraviglia e possiamo volta per volta modificare ritmi o trovare nuove coloriture con la certezza che il compagno è in ascolto e pronto a seguire ogni variazione sul tema.

(C. Lavernier) In questi anni abbiamo creato una bellissima intesa e una forte amicizia che ci permette di andare in scena ad “occhi chiusi”. Sappiamo sempre dov’è l’altro e c’è piena fiducia. Sapere che l’altro è esattamente lì dove lo aspetti, in scena e non solo, rende tutto estremamente più facile e divertente. E infatti ci divertiamo molto. Ugo mi prende anche in giro sul palco, con le partiture infinite e le corde da accordare ogni nuovo pezzo. Si ride, è questa la parte migliore.

Ho avuto l’onore di assistere a una vostra performance nell’ ottobre 2019 al teatro Duse a Genova. Mi ricordo che l’audience—che non era il pubblico abituale dei concerti classici— è rimasta accattivata durante tutto lo spettacolo. Perché pensate che Platero abbia questo effetto?

(U. Dighero) Platero è stata una sorpresa totale per quanto riguarda il pubblico. Trattandosi di poesia e musica classica immaginavo che fosse comunque uno spettacolo di nicchia non adatto al grande pubblico. La sorpresa invece è stata constatare quanto sia “popolare” Platero y yo. Il pubblico grazie alla magia delle parole e alla straordinaria qualità della musica entra subito nell’atmosfera e segue con passione le avventure del poeta e del suo asinello. La prova lampante dell’empatia che si crea con gli spettatori è che, in alcuni punti salienti della narrazione, il pubblico non riesce a trattenersi e commenta lo spettacolo ad alta voce lasciandosi sfuggire esclamazioni che rivelano il dipanarsi di forti sentimenti.

(C.Lavernier) La forza di Platero y yo sta nella sua semplicità. Arriva immediatamente all’animo dell’ascoltatore, indipendentemente dall’età o dalla propensione verso questo genere teatrale. Anzi, molto spesso le reazioni più entusiaste sono venute da persone completamente ignare del fatto che si trattasse di poesia e musica e dai ragazzi giovani. Il testo e la musica creano assieme dei piccoli quadri, semplici ma estremamente profondi ed è impossibile non farsi coinvolgere dall’atmosfera che si crea, racconto dopo racconto. 

Attualmente vi state preparando per alcune nuove date. Quando studiate questo materiale, quali emozioni provate?  Quando si riprende questo materiale, qualcosa vi colpisce o vi sorprende che non avete notato prima?

(U. Dighero) È facile immaginare la cura che Mario Castelnuovo-Tedesco ha impiegato per comporre uno spartito per chitarra che seguisse in tutto e per tutto le parole del poeta. È quindi inevitabile che ogni volta che affrontiamo lo spettacolo ci troviamo spesso a scoprire nuovi dettagli espressivi, quasi tutti già segnalati dal musicista nello spartito, anche se con linguaggio musicale.

(C. Lavernier) Emozioni tante. Ancora adesso, quando ci ritroviamo e riprendiamo il filo dello spettacolo, ci stupiamo di quanto tutto si incastri perfettamente. E ancora adesso, ci troviamo con l’emozione e qualche lacrima nei momenti salienti del testo. La tensione artistica della musica e le parole così semplici ma potenti di Jimenez ci lasciano senza fiato. La musica poi… ho molte mie registrazioni di ogni pezzo e ogni singola volta che riprendo gli spartiti trovo una nuance, un suggerimento, un guizzo nuovo che prima non c’era. Sembra vivo.

Quali sono le tappe future per questo progetto?

(U. Dighero) Il nostro progetto ha l’infinito in cartellone. È per noi una festa per ogni replica che si trova. Uno step possibile, ma complesso, sarebbe farlo in lingua originale, ma per ora il mio spagnolo non è all’altezza…

(C. Lavernier) Non è all’altezza ma ho fiducia in lui e nella sua insegnante (la splendida attrice Mariangeles Torres, moglie di Ugo Dighero)! A parte il sogno della lingua originale, ha ragione Ugo, Platero non è un progetto a termine, è pensato per accompagnarci il più a lungo possibile. Sicuramente finché Ugo mi sopporterà. Vorrei aggiungere che al di là delle tappe teatrali, abbiamo il desiderio di realizzare una versione discografica del nostro Platero y yo. Siamo a buon punto e speriamo che sia pronto per la fine del 2022. 

Ugo e Christian, grazie di cuore per la vostra passione per Platero! Evviva!

Intervista  a cura di Diana Castelnuovo-Tedesco, gennaio 2022

Guardate il trailer: Platero is coming to town!