Intervista al MoNo Guitar Duo

Diana Castelnuovo-Tedesco / News /

Nel 1962 Mario Castelnuovo-Tedesco scrisse Les guitares bien tempérées: 24 Preludes et Fugues pour 2 guitares, “uno degli sforzi più ardui nella sua feconda carriera compositiva,” disse il Maestro Angelo Gilardino. Scritto per il mitico duo francese di Ida Presti e suo marito Alexandre Lagoya, questo ciclo unisce il rigore e la fantasia, diversi stati d’animo, e delle influenze musicali disparate in un’unità stilistica. L’opera fu pubblicata per la prima volta nel 1974 dall’amico del compositore Aldo Bruzzichelli; piu avanti un’edizione fu pubblicata dalla casa editrice Berben—oggi disponibile dalle Edizioni Curci—che si avvalse dell’aiuto di Mario Fragnito e Lucio Matarazzo, che furono anche i primi chitarristi ad eseguire l’integrale del ciclo in una serie di recital nell’agosto del 1984 al Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro. Oggi Les guitares bien tempérées sono diventate molto conosciute e amate sia dai chitarristi che dal pubblico. Recentemente il MoNo Guitar Duo, creato nel 2017 dal chitarrista italiano Giuseppe Molino e la chitarrista polacca Anna Krystyna Nowicka, ha registrato, per l’etichetta giapponese Da Vinci Classics, i primi 12 preludi e fughe. Questo rappresenta il primo volume di un progetto di registrazione dell’opera omnia per due chitarre di Castelnuovo-Tedesco. Giuseppe e Anna hanno gentilmente concesso un intervista per raccontarci delle loro esperienze per quanto riguarda la registrazione di questa musica.

Intervista al MoNo Guitar Duo a cura di Diana Castelnuovo-Tedesco, settembre 2022

Quando e dove vi siete incontrati e da quanto tempo suonate insieme? 

Il nostro primo incontro risale al 2010 nella classe del M° Domenico Ascione al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma; la storia del MoNo Guitar Duo però parte qualche anno dopo. Dal 2010 al 2017 entrambi infatti abbiamo intrapreso percorsi artistici differenti fino al giorno in cui purtroppo il M° Ascione è venuto a mancare. Quello è stato il momento in cui abbiamo deciso di dare vita al nostro duo, con l’intento di proseguire la ricerca artistica del Maestro e con la volontà di trasmettere il nostro modo di concepire e di condividere sia la musica originale che quella trascritta da noi per duo di chitarre e/o chitarra a quattro mani. 

Raccontateci della vostra scoperta della musica di Castelnuovo-Tedesco. Cosa vi attrae della sua musica per due chitarre? 

La musica di Mario Castelnuovo-Tedesco ricopre un ruolo fondamentale nella nostra carriera. La sua scoperta avvenne molto tempo fa, negli agli anni in cui entrambi (Giuseppe a Roma e Anna a Koszalin in Polonia) muovevamo i primi passi sullo strumento. Il vero e proprio legame con le sue opere per due chitarre invece si concretizzò in maniera a dir poco fulminea quando sui nostri leggii comparve, durante una delle prime prove in duo, il preludio n.4 in Mi Maggiore da “Les Guitares bien tempérées”, ancora ricordiamo con piacere l’emozione e la bellezza che ci travolse quel giorno. Della sua musica infatti ci affascina molto l’originalità e la semplicità con cui temi bellissimi dialogano tra di loro, la sorprendente ricchezza timbrica e armonica e la delicatezza con cui riesce a rappresentare gli stati d’animo umani. In conclusione, dal momento in cui l’abbiamo inserito nel nostro repertorio, Castelnuovo-Tedesco è e sarà un autore che suoneremo ed approfondiremo sempre con gioia. 

Ci sono ancora alcune registrazioni iconiche del ciclo Les guitares bien tempérées. Penso a quelle del Solo Duo e del Brasil Guitar Duo. Come avete deciso di intraprendere il progetto di una nuova registrazione?

Conosciamo e apprezziamo molto le registrazioni che sono state pubblicate fino ad oggi e siamo molto contenti che l’etichetta DaVinci Classics abbia pensato a noi per poter incidere quest’opera meravigliosa. Il progetto è nato proprio dall’esigenza da parte della casa discografica di dedicare a Castelnuovo-Tedesco un doppio volume incentrato sull’Opera Omnia per due chitarre, mentre per noi si è concretizzata l’opportunità di dare una lettura intima e personale a quella che senza dubbio è l’opera più significativa mai scritta per duo di chitarre. Durante il processo di ricerca e di studio siamo scesi molto in profondità; volevamo dare una forma concreta e definita alle nostre idee musicali e per questo ci siamo isolati e allontanati da tutte le registrazioni e le interpretazioni precedentemente pubblicate. Questa assenza di “influenze” esterne ci ha permesso di scavare e di ricercare dentro di noi la nostra “voce”, cosa che riteniamo essenziale per poter raggiungere quello che più ci sta a cuore ossia l’unicità e l’unione. Per noi il nome MoNo infatti, oltre a contenere le iniziali Molino e Nowicka, rappresenta quell’unità e quella coesione che permette alle nostre diversità di essere insieme al servizio di un pensiero musicale comune. 

Che impressione volete lasciare all’ascoltatore? 

Quello che ci guida è senza dubbio l’emozione e la fascinazione che noi in primis proviamo mentre suoniamo o ascoltiamo la musica di Castelnuovo-Tedesco. Condividere con gli ascoltatori la bellezza attraverso le nostre chitarre è il nostro principale obiettivo e la musica del compositore fiorentino rappresenta per noi un mezzo potentissimo grazie al quale ciò diventa naturale e spontaneo. 

Mentre studiavate e registravate questi brani, cosa vi ha particolarmente colpito o sorpreso? 

Studiare e poi registrare i primi 12 Preludi e Fughe da “Les guitares bien témpérées” ci ha arricchito molto e la cosa che più ci ha colpito è stata la ricchezza del materiale musicale che abbiamo analizzato, assimilato e interpretato. Ogni Preludio e Fuga rappresenta per noi un quadro, una storia da raccontare ricca di personaggi e di intrecci, dove nel racconto le chitarre sono entrambe protagoniste. La creatività con cui abbiamo affrontato queste interpretazioni ci ha portato spesso a trovare soluzioni tecniche e timbriche originali, e sempre siamo stati guidati dalla volontà di restituire all’ascoltatore anche le più piccole e raffinate sfaccettature. 

Nelle note per il CD, il M° Gilardino sottolinea la diversità delle fonti di ispirazione di Castelnuovo-Tedesco nel creare questo ciclo. Quali preludi e fughe da voi registrati sono i vostri preferiti e perché?

Siamo onorati che il M° Gilardino, con cui Anna ha studiato, abbia contribuito a questo progetto; l’introduzione all’ascolto che ha elaborato per noi aggiunge sicuramente grande valore a questa pubblicazione. È difficile scegliere a quale dei primi 12 preludi e fughe siamo più legati, ma pensandoci bene  scegliamo (con molta fatica) il n.8 in La bemolle Maggiore. In questo brano esce fuori il lato Hollywoodiano di Castelnuovo-Tedesco e, proprio come nei migliori film, è ricco di sorprese e di colpi di scena.

Il primo volume è uscito nel 2021. Quando avete in programma di fare uscire il secondo? 

Negli ultimi mesi abbiamo dedicato il nostro tempo ai compositori spagnoli di fine ‘800 e da poco abbiamo pubblicato su tutte le piattaforme di streaming musicale alcune registrazioni. Senza dubbio, appena avremo modo riprenderemo lo studio e successivamente la registrazione dei restanti brani per due chitarre di Mario Castelnuovo-Tedesco. Non vediamo l’ora di dare alla luce anche il secondo volume e di aggiungere il nostro nome alla lista dei pochi che finora hanno avuto la fortuna di registrare l’Opera Omnia di quello che forse è il compositore più importante nel repertorio chitarristico del ‘900.

Guardate il MoNo Guitar Duo eseguire il preludio n.9 in mi bemolle maggiore  qui.

Ascoltate la loro registrazione: Mario Castelnuovo-Tedesco The Well Tempered Guitars Op.199 (Da Vinci Classics)