Mario Castelnuovo-Tedesco descrisse le sue Greeting Cards come passatempo, ma continuò a scrivere questi “pezzi alfabetici’ per 14 anni, lasciandoci 52 Greetings in totale. Ora tutte le 21 Greeting Cards per chitarra sono raccolte per la prima volta in un’edizione critica della Ricordi a cura di Frédéric Zigante. L’edizione è ora disponibile su Music Shop Europe.
Che cos’è una Greeting Card? Per celebrare gli amici, gli allievi e le conoscenze, Castelnuovo-Tedesco fece una specie di ritratto musicale per ciascuno di loro. Il compositore assegnò a ciascuna lettera dell’alfabeto le note sulle scale cromatiche ascendenti e discendenti e, con le lettere del nome del soggetto, sviluppò il materiale tematico per una composizione in loro onore.
Mentre oggi la Tonadilla on the name of Andrés Segovia è la più conosciuta tra le Greetings, le Greeting Cards per chitarra includono: Volo d’Angeli sul nome di Angelo Gilardino; Ballatella on the name of Christopher Parkening; Romanza sul nome di Oscar Ghiglia; Brasileira sul nome di Laurindo Almeida, e alcune dedicate a conoscenze che non erano chitarristi.
Dice il Prof. Zigante: “Lo scopo della mia edizione è duplice: il primo è di rendere immediatamente disponibili con un solo acquisto tutte e 21 le Greeting Cards per chitarra, che prima erano affidate a ben cinque editori dei quali due hanno cessato l’attività; il secondo è quello di presentare il testo musicale così come lo concepì l’Autore senza la mediazione di revisioni con modifiche del testo che nelle antiche edizioni mi parevano in troppi casi ingiustificate e troppo invasive. Se è vero che Mario Castelnuovo-Tedesco non sapeva suonare la chitarra e quindi i suoi testi non sono sempre perfettamente eseguibili in tutti i dettagli sullo strumento, è anche vero che egli era in grado di fare un calcolo sulle possibilità di realizzazione molto più preciso di quanto gli antichi “revisori” erano disposti a riconoscere.“
Il Prof. Zigante ci ha gentilmente concesso di condividere alcune sue osservazioni sul lato umano delle Greetings:
“Nei quasi due anni di lavoro alla nuova edizione delle Greeting Cards per chitarra di Mario Castelnuovo-Tedesco sono emersi diversi interrogativi i quali, quando ho potuto trovare una risposta, a causa del rigore e dell’ingombro limitato di un’edizione critica, non hanno trovato uno spazio nei testi che accompagnano la musica.
Uno di questi era: che cosa erano per Mario Castelnuovo-Tedesco le Greeting Cards? E non era una contraddizione l’apparente occasionalità di ciascuna Greeting, aggravata dal fatto che l’autore le definiva nelle sue memorie ‘poco più dei divertimenti’, e la costanza con quale egli si dedicò dal 1953 al 1967 al progetto dell’Op. 170? Si scrivono 52 composizioni senza che queste abbiano importanza?
Le motivazioni che sono all’origine delle Greeting Cards sono prevalentemente tre: il cimento, il piacere del dono e infine il costruire di galleria degli affetti legati alla musica.
Il cimento. Sul piano della tecnica compositiva le Greetings Cards sono davvero una sfida all’abilità dell’Autore. Gli incisi (la prima o la seconda battuta) generati casualmente dall’abbinamento dell’alfabeto alle note con due scale cromatiche presentano un condensato di tutto quello che secondo i canoni classici della composizione occorrerebbe evitare scrupolosamente per avere un buon tema sul quale lavorare: ampi intervalli, spesso inconsueti, per di più reiterati senza alcuna logica musicale. Superato il primo impatto della serie casuale Mario Castelnuovo–Tedesco chiudeva la sua semifrase con altre due battute (la terza e la quarta) di invenzione che costituivano la sua firma musicale inconfondibile. Quello era il tema (o i temi) dato e da quello egli partiva per elaborare il ritratto musicale del dedicatario. Mario Castelnuovo–Tedesco non era certo privo di ispirazione melodica e quindi non aveva alcun bisogno di ricorrere a questo gioco per trovare un tema, perché dunque lo trova tanto interessante da andare avanti per 14 anni nel suo divertimento? La mia idea è che lui coltivasse in questo progetto la sua esigenza di un quotidiano allenamento mentale che rinnovasse e alimentasse costantemente il dominio assoluto che egli sapeva di avere della materia musicale. Non era nuovo a questi cimenti. Il Mario Castelnuovo–Tedesco delle Greetings Cards è lo stesso che l’anno del suo diploma di composizione decise di scrivere una fuga al giorno e finì per scriverne davvero 365. Mi piace pensare dunque che Mario Castelnuovo–Tedesco sentisse, pur avanti negli anni, ancora quella sfida quotidiana e giovanile molto simile a quella che spinge un concertista a studiare tutti i giorni per tutta la vita sul proprio strumento.
Il piacere del dono. È un’esperienza che conosco molto bene: non faccio doni di compleanno o natalizi ma faccio doni ad una persona, un amico, un conoscente, quando mi pare perché è presente nella mia vita e nei mIei pensieri. Conosco anche quanto questo piacere si moltiplichi se il dono è fatto con le proprie mani e con il proprio ingegno. Il piacere del dono traspare in diverse lettere di accompagnamento delle Greeting Cards ed esiste pure una lettera, che non ho potuto leggere personalmente ma della quale conosco il contenuto, nella quale Mario Castelnuovo–Tedesco mostra il suo compiacimento nell’osservare le più svariate reazioni ai suoi doni musicali.
La galleria degli affetti legati alla musica. Il musicisti antichi, quelli del XVI e XVII secolo, in assenza di edizioni-che erano rare- e di fotocopie, spesso compilavano dei libri nei quali copiavano i brani che più amavano. L’ op. 170 sembra essere un’operazione del genere che però riunisce i ritratti in musica di coloro nel mondo della musica, interpreti, allievi, amici, ai quali Mario Castelnuovo–Tedesco era più affezionato. Lo status professionale poco importava e Mario Castelnuovo–Tedesco abbina volentieri nella sua immaginaria galleria musicale interpreti leggendari come Jascha Heifetz o Andrés Segovia accanto ai suoi giovani allievi come André Previn , Christopher Parkening o Eugene Robin Escovado. Dietro a questi ritratti c’è un mondo, quello appunto privato musicale, di Mario Castelnuovo–Tedesco dove può capitare che un giovane allievo come Eugene Robin Escovado, dedicatario di ben tre Greetings Cards, riceva per il suo 26esimo compleanno la Lullaby per chitarra, che non era il suo strumento essendo egli pianista, e oltre ricevere lo spartito in dono ne riceve come complemento in casa del suo maestro l’esecuzione di Andres Segovia. Quali emozioni e quale affetto nasconde la piccola Lullaby per chitarra, lo si può solo immaginare e ogni Greeting Card nasconde una storia di questo genere.”
— Frédéric Zigante, aprile 2019